21 aprile 2023

Edgar Degas e il teatro (Adelaide Ristori)

   
            Adelaide Ristori in Medea  

                                                       

 
Caricatura della Ristori in Maria Stuarda

Negli ultimi due post ho cercato di dare un’idea dei rapporti di parentela e di amicizia che la famiglia di Degas aveva con l’ambiente musicale, sia napoletano che francese, nel periodo che va dall’inizio alla metà dell’800.

La passione che Degas nutriva per la musica e il teatro non nasceva dunque per caso, né si può affermare che sia iniziata solo in seguito al suo incontro con Gustave Moreau, che il giovane artista conoscerà durante il suo soggiorno a Roma nel 1857-58 e che, secondo alcuni, lo avrebbe “svezzato” alla musica e all’arte.

Quella passione era nata in precedenza ed era stata alimentata anche dal padre Auguste che, come ci racconta Henri Loyrette che ha curato la mostra Degas à l’Opéra tenutasi al Museo d’Orsay nel 2019, e come testimoniano alcuni dipinti dello stesso Degas, il lunedì teneva un salotto musicale a casa propria.

        

          


                     

            

                                   Lorenzo Pagans e Auguste de Gas

Auguste De Gas, pur facendo il banchiere, era un grande amante dell’arte e condivideva questo amore con molti dei suoi amici più stretti che erano artisti e collezionisti e, malgrado le naturali apprensioni paterne nei confronti di un figlio che manifesti il desiderio di votarsi ad un mestiere incerto come quello dell’artista, si può dire che sia stato il primo mentore del suo ragazzo.

Per quanto la madre di Degas, Celestine, si lamentasse nelle sue lettere alle cognate napoletane che il marito era un po' troppo casanier e che a Parigi non la portava mai alla più piccola soirée, questo non vuol dire che egli non amasse la buona musica o che non frequentasse regolarmente il teatro. E il giovane Edgar e i suoi fratelli non erano da meno. La sorella Marguerite aveva una bella voce e capitava che si esibisse davanti agli amici, lo stesso Edgar aveva preso qualche lezione di violino, altri in famiglia suonavano il piano come la cuginetta Julie, ovvero la mia bisnonna Giulia, che Degas avrebbe ritratto nella casa di Firenze dei Bellelli mentre si esercitava al pianoforte.

Ma tornando al teatro, su uno dei carnet di Degas usato fino a poco prima di partire per l’Italia, e precisamente il carnet n. 11 (classificato da Theodore Reff come Notebook n. 6) e che fa parte di un gruppo di 28 quaderni donati al Louvre dal fratello René dopo la morte del pittore (visibili su Gallica, la biblioteca digitale della Biblioteca nazionale di Francia), troviamo alcuni schizzi che ritraggono la famosa attrice italiana Adelaide Ristori in una sua memorabile interpretazione di Medea portata in scena a Parigi nella primavera del 1856 (vedi Ricordi e studi artistici di Adelaide Ristori, 1887. Le Roux e C. Editori Torino – Napoli). 

Sappiamo che Degas rimase estremamente colpito dall’interpretazione della Ristori, un’attrice davvero straordinaria, forse la più importante attrice italiana dell’800, perfettamente in grado di recitare anche in inglese e francese.

                   Mardi soir 17 Avril j’ai vu marcher et parler la plus adorable figure des vases grecques. Ah! La divine actrice

                                                        

                        “Elle tombe devant l’autel de Saturne” / 3° acte                       .

Vale la pena di approfondire la storia della Ristori sia come donna, sia come attrice, sia come fervente patriota e ambasciatrice in favore della causa unitaria.

             
   

    

Troveremo altri schizzi che la raffigurano su altri quaderni di Degas ma ne parlerò nel momento in cui racconterò dove e quando ritengo di poter affermare con sicurezza che il suo giovane ammiratore francese abbia avuto modo di rivederla in scena in Italia.

                                              

Nelle note a margine dei numerosi piccoli disegni che la ritraggono, vediamo che, oltre a descrivere minuziosamente l’acconciatura (“coiffure / derrière / est un noeud / de rubans rouges / qui pend avec 2 glands d’or”) o il colore dell’abito della Ristori (“tunique orange/ comme le vases/ manteau bleu”), che come sempre era stato disegnato appositamente per lei da un eccellente artista e cucito in una famosa sartoria, Degas annotava: 

Quand elle court, elle a souvent le mouvement de la / Victoire du Parthénon

 
L’ammirazione per l’interpretazione della Ristori, intensa e partecipe ma al tempo stesso piena di una dignità quasi regale, sembra debba aver lasciato su di lui un’impressione profonda.

Le numerose immagini fotografiche che si possono ritrovare oggi on line della famosa attrice ci confermano la sensazione che la chiave interpretativa dei suoi personaggi tragici, e ne ha interpretati davvero molti, non fosse mai esagerata o plateale ma sempre piuttosto misurata.

Un genere di drammaticità contenuta e un po’ distaccata che leggeremo anche su alcuni dei volti femminili che Degas ha ritratto in seguito, come ad esempio quello della zia Laura Bellelli.

 

 

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